Il rapporto genitori e figli è caratterizzato da quel legame di amore unico che si instaura tra il bambino e la mamma fin dalla nascita (e forse anche prima durante la gravidanza) e successivamente anche con il papà. La relazione che nasce tra il bambino ed entrambi i genitori si modifica ed evolve nel corso della vita in base ai cambiamenti e alla crescita del bambino. Un rapporto genitori e figli instaurato durante l’infanzia non sarà mai uguale al rapporto genitori e figli nell’adolescenza.
La qualità del rapporto è quindi influenzata dall’età, dall’esperienza e dalla fiducia in se stessi che ha il genitore, e dalle caratteristiche uniche del bambino a confronto con il genitore.
Avere fiducia in se stessi è un indicatore importante tra le competenze dei genitori sul rapporto positivo genitori e figli. Le madri infatti che credono nel proprio ruolo sono più competenti e sicure di sè, a differenza delle mamme che invece si sentono “inadatte” al ruolo di madre. Inoltre l’età dei genitori e precedenti esperienze con bambini sono importanti. Difatti genitori che hanno avuto esperienze di accudimento con fratelli più piccoli, o che hanno fatto percorsi e carriera lavorativa a contatto con i bambini, sono spesse volte più in grado di far fronte alla genitorialità.
Le caratteristiche del bambino che riguardano appunto l’aspetto fisico, il sesso, il carattere potrebbero influenzare il rapporto genitori e figli. Ad esempio: un sentimento di delusione da parte del genitore per via del sesso del bambino (se il bambino è di sesso opposto a quello che desiderava la mamma) o se magari il piccolo somiglia ad un parente antipatico, o l’aspetto fisico non soddisfa le aspettative del genitore… insomma piccoli eventi che se i genitori non hanno la possibilità di parlarne di tali delusioni è poi difficile instaurare un rapporto del tutto positivo tra quest’ultimi ed il bambino.
Con la nascita del bambino si crea il primo legame tra i genitori e il figlio attraverso un processo detto di “attaccamento”. E questo è uno degli aspetti più importanti dello sviluppo psicosociale infantile. Sappiamo che dalla nascita il bambino viene accudito dai genitori e a poco a poco impara che i genitori, quando lui piange, sono pronti a prendersi cura di lui. Allo stesso tempo anche i genitori iniziano a conoscere e a capire il proprio bambino, rispondono ai suoi bisogni e alle sue esigenze, e spesso addirittura anticipano le richieste. Questo scambio che avviene, questa familiarità che si viene a creare, è la base per un rapporto in via di sviluppo.
Con il tempo poi il rapporto si modifica: nel momento che il piccolo inizia a muoversi, esplorare, comincia a pronunciare le prime paroline, e si avvia sempre più verso la totale autonomia, i genitori diventano educatori, nutrono e allo stesso tempo forniscono affetto ed orientamento al proprio bambino. In questa fase il bambino può mettere a dura prova il genitore (basta pensare ai terrible two) e far valere il suo bisogno di autonomia e soprattutto il suo carattere. E’ importante il ruolo del genitore il quale deve riconoscere che è un atteggiamento del bambino normale (fa parte del suo processo di crescita), e che va accompagnato e supportato durante tutto il suo sviluppo. Tale sicurezza prepara poi il bambino alla socializzazione in generale e ad esplorare il mondo al di fuori di tale relazione.
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