Il periodo del noE siamo arrivati al fatidico periodo del No: i 2 anni! Marta prossimamente spegnerà la sua seconda candelina! Diciamo che già a partire dai 18 mesi io e mio marito abbiamo notato dei cambiamenti in lei da un punto di vista comportamentale, ma nell’ultimo periodo è davvero intrattabile in alcuni momenti. Tali cambiamenti li notiamo soprattutto perchè dice sempre No ad ogni nostra richiesta: non si vuole vestire, non si vuole cambiare, non vuole fare più il bagnetto, deve fare tutto da sola, spesso non sa nemmeno lei che vuole, si arrabbia e fa dei capricci da pazza isterica (non sempre, ma è capitato). A questi suoi atteggiamenti, con molta tranquillità io e mio marito, ci siamo detti che sicuramente è un periodo e che sta formando il suo carattere, ed effettivamente ho trovato conferma di tutto ciò leggendo alcuni articoli riguardo lo sviluppo del bambino.
Il periodo del No, indicato negli Stati Uniti con il termine Terrible Twos, compare intorno ai 18/20 oppure 24 mesi e dura pochi mesi, massimo un anno. E’ una fase importante per il bambino perchè intraprende il cammino verso l’indipendenza; con tale periodo inizia la vera fase di distacco dalla mamma. Il bambino comprende che anche lui può dire No ed esprimere la libera scelta e la sua personalità; tende così a fare tutto da solo, perchè desidera essere indipendente ma poi si arrabbia perchè magari non riesce in quella determinata cosa; oppure può manifestare rabbia perchè non viene capito dai genitori quando vorrebbe esprimere i propri bisogni o emozioni. E’ così che i bambini durante il periodo del No sfidano gli adulti, e spesso, ma non sempre, si lasciano andare a crisi di pianto e capricci.

Il ruolo dei genitori è importante in questo periodo, che devono restare calmi, comprendere il bambino e non andare in crisi rispondendo attraverso urla, divieti, punizioni. Innanzitutto è importante selezionare poche regole e non limitare il bambino in tutto.

Le regole devono essere categoriche soprattutto per quanto riguarda la sicurezza (per esempio non toccare i fili della corrente, o arrampicarsi sui mobili, etc) e quelle relative agli impegni della giornata (andare all’asilo, fare il bagnetto, etc). Un’altra cosa che possiamo fare è metterlo davanti a dalle scelte (entrambe volute dai genitori) in modo che il bambino si senta coinvolto e poi è molto importante lasciarlo libero di sperimentare non bloccando la sua esplorazione. Poichè i bambini di 2 anni amano imitare gli adulti, sentirsi utili di fare le cose allora possiamo coinvolgerli nella vita domestica (spolverare, spazzare il pavimento, apparecchiare la tavola, etc). Infatti quando devo pulire casa, la mia bambina spesso mi segue con un’altra scopa, oppure prende anche lei lo spruzzino e pulisce (per modo di dire) i mobili, la vedo felice quando la lascio libera di imitarmi e così anch’io riesco a fare le mie cose senza stress.

 

Info sull'autore

Teresa
Teresa
Sono mamma, blogger per passione, laureata in terapista della neuro e psicomotricità dell'età evolutiva, da sempre nel settore della prevenzione e riabilitazione, svolgo il mio lavoro presso studi privati e centri di riabilitazione; collaboro con ludoteche per la presentazione di progetti educativi e ludici in età evolutiva

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