L’imitazione è la capacità che ha un bambino di copiare gli altri. Imitare l’altro ( che di solito è l’adulto di riferimento o le persone familiari a lui più vicine), ovvero imitare i suoi movimenti e gesti, le sue azioni attraverso l’uso di oggetti, oppure i suoni e le parole. Solitamente nella prima infanzia il bambino impara e sperimenta l’imitazione. L’imitazione possiamo dire che segna una tappa importante nel suo percorso di crescita. Difatti “imitare” l’altro è di aiuto in generale per lo sviluppo del bambino, rafforzando le competenze emotive e sociali e il bambino utilizza molto l’imitazione come mezzo per avere scambi sociali con i genitori ma anche per apprendere nuove cose. Imitare è parte di un processo evolutivo del bambino che tende ad imitare tutto quasi in modo “automatico” proprio perché fa parte di un normale percorso di crescita.
In questi ultimi mesi il mio piccoletto Matteo è un grande imitatore! Ad essere sincera spesso mi sembra di avere una scimmia, un pappagallo o comunque una copia in miniatura, buffa ovviamente, di me stessa, ma anche del papà e della sorellina soprattutto! Non potete immaginare quanto sia importante avere un fratello/sorella maggiore! Matteo imita molto la sorellina: nei suoni, ma anche nelle azioni e nei movimenti e pure se non riesce lui ci prova lo stesso proprio perché è la sorella a farlo! Ad esempio: vuole mangiare da solo (e non è ancora del tutto pronto ad utilizzare cucchiaio e piatto) come la sorellina, oppure ripete le canzoncine che lei canta etc. Attraverso l’imitazione Matteo impara nuovi gesti, nuove cose… osserva, imita, ripete e all’occasione giusta, nel momento giusto generalizza e utilizza ciò che ha imparato precedentemente. A quest’età (12-13 mesi) ma anche prima, il bambino in generale è una spugna: impara e apprende tantissime cose e soprattutto è un buon osservatore. Inizialmente l’imitazione è quasi inconsapevole, ma con gli anni diventerà sempre più cosciente. Con gli anni questa tendenza del bambino ad imitare solo le cose che più gli restano impresse del quotidiano riguardo al mondo degli adulti, si manifesta nel gioco dove di solito il bambino rivive le esperienze vissute. Noi genitori siamo un modello da imitare per questo dobbiamo essere sempre dei “buoni modelli” per i nostri figli in ogni ambito!
Ma cosa spinge il bambino ad imitare?
Innanzitutto il legame e la relazione che ha con i genitori: basta pensare all’interesse che ha il bambino per il volto della mamma nel primo anno di vita e come madre-bambino entrano in dialogo ed interagiscono tra loro facendo uso del loro repertorio imitativo. Con il tempo le attenzioni che il bambino riceve dall’adulto quando imita favoriscono le varie performance: ad esempio quando Matteo prende la borsetta di Marta e va in giro per casa proprio come fa lei, noi lo guardiamo e ridiamo! Le nostre attenzioni verso di lui lo portano ad imitare ancora… Inoltre attraverso l’imitazione il bambino comprende che può essere indipendente infatti riesce a capire che può fare anche lui determinate cose! Ovviamente è sempre importante tenerli sotto controllo e mettere la casa in sicurezza perché imitando gli adulti potrebbero fare dei pasticci, dei piccoli ma anche grandi guai e farsi male! Matteo ad esempio apre continuamente le fontane e si lava le gambette, il viso proprio come io faccio con lui!
E così osservo mio figlio e noto che ormai è il suo gioco preferito imitare, e noi (io, mio marito e Marta) insieme a lui ci divertiamo nel proporgli nuovi giochi imitativi. Questo “scambio” dove lui imita noi e noi imitiamo lui genera interazione, rafforza il nostro rapporto, il nostro legame… e soprattutto Matteo impara nuove cose (il turno, prestare attenzione all’altro, condivisione di emozioni con l’altro, etc.). L’imitazione può diventare nella prima infanzia, davvero un ottimo strumento educativo e attraverso di essa possiamo insegnare al bambino tante competenze (esempio insegnare a fare ciao, mandare un bacio, batter le mani…)
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