Anche per il linguaggio, come per i primi passi, il bambino segue delle tappe per iniziare a pronunciare le prime parole.
Logicamente sono sempre fasi di sviluppo orientative, ed è giusto ricordare che ogni bambino segue il suo sviluppo con tempi e modalità di apprendimento diversi, quindi non dobbiamo preoccuparci se un bambino non ha raggiunto gli stessi traguardi di un altro coetaneo; se però ci sono dubbi oppure il bambino non sembra accennare a nessuna forma di comunicazione, personalmente, consiglio sempre alle mamme di rivolgersi al pediatra o al neuropsichiatra infantile, per un eventuale intervento precoce. Stabilire, pertanto, un momento preciso in cui il bambino pronuncia la sua prima parola non è facile soprattutto perchè si tratta di un processo graduale, che si verifica tra i 10-12 mesi di vita, ma non è detto che il bambino rispetti questo periodo infatti ci sono bambini,come abbiamo già detto, che sviluppano il linguaggio anche mesi più tardi.
Le prime parole del bambino rappresentano il punto di arrivo di un lungo processo di maturazione che inizia alla nascita, con il pianto. Infatti il primo canale di comunicazione verbale del neonato è proprio il pianto, con esso il bimbo esprime diversi bisogni e lo fa modulando la voce: come sappiamo c’è un pianto per la fame, o per il dolore, oppure piange se vuole esser preso in braccio, se non vuole qualcosa.
In tutti i bambini c’è una predisposizione genetica a decifrare gli stimoli vocali e a rispondere ad essi emettendo suoni. Nei primi mesi la comunicazione verbale del neonato è causale, i suoni che emette il neonato non hanno ancora un senso compiuto, sebbene però creano un legame con chi gli sta attorno. E’ proprio attraverso l‘interazione con gli adulti (soprattutto mamma e papà) che il bambino diviene gradualmente padrone del codice comune di comunicazione ed arriva alle prime parole, è fondamentale che i genitori cominciano da subito a parlare con lui poichè la capacità linguistica dipende molto dagli stimoli sensoriali e dall’ambiente circostante.
Vediamo, qui di seguito, in modo breve ed indicativo, le principali tappe evolutive del linguaggio del bambino nei primi anni di vita:
0-3 mesi: il neonato emette i primi suoni, il suo modo di comunicare con i genitori avviene attraverso gli sguardi, i sorrisi, il pianto.
3-6 mesi: emette i primi balbettii sillabici
6-9 mesi: tappa importante dello sviluppo del linguaggio è la “lallazione”, cioè la produzione ripetuta di sillabe. Grazie alla maturazione della muscolatura orale e alla capacità di auto-ascolto, il bambino inizia a produrre forme articolate, inizialmente semplici (ma-pa) e poi sempre più complesse (mama, papa…).In questa fase il bambino riesce ad associare gli oggetti e le persone ai loro nomi quando li sente pronunciare.
9-12 mesi: la comunicazione diviene sempre più intenzionale, sono frequenti sequenze di suoni (vocali e consonanti) a cui non si riesce a dare un significato compiuto, sono sequenze che sembrano veri e propri discorsi non caratterizzati da parole, ma che hanno suoni chiaramente articolati.
12-18 mesi: il bambino ascolta e capisce ciò che gli viene detto, e comprende molte più parole di quanto ne sappia usare. Possiede a quest’età un vocabolario di circa 10 parole legate alla sua quotidianeità (pappa, mamma, papà, acqua, etc) e che utilizza per comporre frasi semplici ma di significato molto più complesso (ad esempio “mamma pappa” che significa “mamma dammi la pappa”).
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