Se state leggendo questo articolo significa che o siete già genitori o lo sarete a breve. Allora, sicuramente tra laboratori di analisi, ginecologi, strutture sanitarie ecc. vi sarà capitato di leggere o sentire qualcosa relativamente alla conservazione del sangue del cordone ombelicale o cellule staminali e quant’altro.
Non so se avete avuto modo di approfondire l’argomento… io l’ho fatto e volevo condividere con voi, magari discutere insieme di questa possibilità.
Iniziamo col dire che il sangue del cordone ombelicale è pieno di cellule staminali ovvero cellule che riescono a trasformarsi in qualsiasi tessuto o organo del corpo umano; sono le cellule che danno origine al cervello, ossa, fegato, occhi, etc, etc… conservare questo “dono” quindi potrebbe essere una sorta di “assicurazione” per la salute dei nostri figli… purtroppo però, da quanto ho capito, questa è solo la teoria!
In pratica infatti, sono davvero poche le strutture “pubbliche” attrezzate per la conservazione del sangue del cordone ombelicale e, peggio ancora, i centri di conservazione, nel nostro paese, sono praticamente nulli… Eppure la conservazione ed eventualmente la donazione di cellule staminali prelevate dal sangue del cordone ombelicale potrebbero servire per curare numerose malattie, anche rare, di adulti e bambini; si, ho parlato anche di donazione perché le cellule staminali non sono utilizzabili esclusivamente dal “proprietario” delle cellule, ma possono essere anche donate per altri “sfortunati” bisognosi.
Attualmente in Italia solo l’ospedale Carlo Poma di Mantova è attrezzato per il prelievo, l’analisi e la conservazione del sangue del cordone ombelicale, mentre nel resto di d’Italia, ahimè, diventa un “rifiuto biologico” che va a finire dritto dritto in un inceneritore.
Ecco allora che sono sorte delle banche di crioconservazione su territorio europeo e statunitense. La più vicina, si trova a San Marino! Non essendo territorio italiano quale posto migliore per creare una banca delle staminali???
Ovviamente anche in Svizzera, paese delle banche per eccellenza, non poteva mancare un istituto simile… ma come funziona la conservazione del sangue del cordone ombelicale? qual’è l’iter per potervi accedere? Per farla in breve, una volta firmato il contratto con il fornitore del servizio, ci viene fornito un “KIT” da portare in sala operatoria o sala parto. Nel kit si trova una sacca sterile per la raccolta del sangue, un conservante, del ghiaccio sintetico e un contenitore termoisolato. Questo kit dovrà essere utilizzato dal medico o ostetrica di turno, che depositerà il sangue raccolto dal cordone ombelicale nel momento del parto. Successivamente, la valigetta, verrà consegnata ad un corriere che si adopererà per portarlo in una delle strutture sopra citate, nel più breve tempo possibile. Una volta a destinazione il sangue verrà analizzato per verificare l’idoneità all’estrazione delle cellule staminali e la relativa conservazione. Tutto questo per un prezzo medio di circa 2000 euro una tantum, più 50 euro circa di canone annuo per 20 anni. (All’ospedale di Mantova il costo è di 50 euro per il kit + 370 euro per il trattamento e 24 euro all’anno per la conservazione).
Detta così sembrerebbe davvero un ottimo investimento… quale regalo o eredità migliore della salute da lasciare ai propri figli???
Purtroppo però la faccenda a quanto pare è un po’ più complicata di quanto ci viene prospettato… il motivo? E’ presto detto: attualmente le cellule staminali, rari casi a parte, vengono ancora considerate come terapie sperimentali e quindi non tutti le sanno o possono utilizzare. La speranza quindi va riposta nel futuro… chissà?!? Ma a questo punto, non bisognerebbe parlare più di investimento o di assicurazione, ma sarebbe più corretto affermare che allo stato dell’arte, la conservazione del sangue del cordone ombelicale è semplicemente una scommessa!
Certamente ricordo bene la risposta che mi diede il ginecologo durante la gravidanza di mia moglie; mi disse, in pratica, che il sangue del cordone ombelicale poteva tranquillamente essere conservato, ma poi? Fermo restando la possibilità tecnica di utilizzarlo, in caso di bisogno, ci sarebbe stata la disponibilità economica per farlo? E questa purtroppo è un’altra triste realtà. Il costo di 2000 euro infatti, potrebbe essere anche sostenibile ma attualmente (e non si sa per quanto altro tempo ancora) lo Stato non copre i costi di impianto quindi, nella malaugurata ipotesi di necessità di utilizzo bisognerebbe prendere armi e bagagli e andare, con il nostro pacchetto di staminali sotto al braccio, in qualche prestigiosa struttura sanitaria statunitense per avere la possibilità di iniziare ad avviare un protocollo di cura tramite donazione autologa di cellule staminali… certamente non alla portata di tutti.
Mi sono reso conto che è effettivamente una scelta difficile da fare, perché in caso di necessità si aggiungerebbe dolore al dolore pensando di tenere a disposizione la probabile cura ad un male ma non avere i mezzi sufficienti per poterne usufruire.
Queste sono le considerazioni finali a cui sono giunto, quindi a chi mi chiede cosa fare, se la conservazione del sangue del cordone ombelicale conviene o no e altre domande simili non riesco e non mi sento ovviamente di dare una risposta precisa, ma posso sicuramente condividere queste riflessioni che ho condiviso con tutti voi…
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