Non appena le scuole finiscono, noi mamme siamo assalite dall’ansia e ci poniamo il problema su cosa faranno i nostri bambini durante il lungo periodo estivo. Tutto il giorno a casa si annoieranno…e poi senza i loro amichetti, ma soprattutto chi si prenderà cura di loro considerato che entrambi i genitori sono fuori casa per lavoro? Ed ecco subito la risposta: il campo estivo!
Oggigiorno sempre più bambini partecipano assiduamente ai campi estivi nella propria città, sono luoghi che aiutano il bambino nella socializzazione, offrono la possibilità di imparare ed apprendere attraverso esperienze di gioco nuove e diverse dal contesto scolastico, sono di aiuto per i bimbi non ancora scolarizzati, ma soprattutto sono di aiuto ai genitori, poichè, come ho accennato prima, hanno esigenze lavorative e possono lasciare i propri figli in un luogo comunque sicuro per loro.
E quest’anno al campo estivo ho partecipato anche io: come terapista (come figura “esperta” dello sviluppo neuropsicomotorio), come animatrice collaborando con lo staff della ludoteca Il Bosco di Merlino, ma anche come mamma visto che al campo estivo partecipa anche mia figlia Marta.
Con questo post personale non voglio assolutamente fare differenze con altri campi estivi organizzati da altre strutture private e/o pubbliche presenti sul territorio prendendo noi tutto il merito, anzi credo che ognuno lavori con la stessa passione e intensità con cui abbiamo lavorato noi durante questi mesi, perchè sappiamo che con i bambini c’è solo da lavorare bene!
Giunti ormai quasi alla fine di questa esperienza estiva, voglio semplicemente raccontarvi come è andata!
Perchè il titolo: Il “nostro” campo estivo? Beh! Sicuramente perchè dopo due mesi di intenso lavoro sentiamo “nostro” tutto ciò che insieme come staff abbiamo realizzato e vissuto, come un pò “nostri” sono diventati i bambini (da quelli più assidui frequentatori a quelli presenti solo poche settimane o giorni) ed anche in alcuni momenti i genitori.
Fin dall’inizio ci siamo posti degli obiettivi in cui abbiamo creduto e continuiamo a crederci anche a distanza di due settimane dalla fine. Il primo fra tutti gli obiettivi è stato quello di non limitare il campo estivo ad un semplice intrattenimento per bambini. I bambini devono sicuramente divertirsi in un ambiente più libero e meno strutturato della scuola (siamo in vacanza!) ma, come in ogni contesto, ci sono:
– regole e tempi da rispettare
– momenti di gioco condivisi con l’altro
– momenti di gioco libero ed anche individuale
– laboratori ricreativi a cui partecipare
Inoltre stare insieme favorisce:
– la socializzazione
– il rispetto per l’altro
– il rispetto e la cura per le cose, i materiali e l’ambiente circostante
– l’autonomia
– la condivisione
Questi gli obiettivi principali che ci siamo prefissati per il “nostro” campo estivo.
Il programma settimanale è caratterizzato da una serie di attività diverse giorno per giorno alternate a momenti uguali che seguono lo stesso schema ogni giorno proprio per creare una “routine”, importantissima per i bambini, che permette loro di interiorizzare i tempi, di rispettare le regole e di partecipare attivamente. In questo modo anche i bimbi più insicuri, timidi con il tempo, attraverso la “routine” hanno partecipato alle varie attività poichè le hanno conosciute ed interiorizzate nel tempo. E così ogni mattina c’è il momento dell’accoglienza, segue la baby-dance, i giochi a squadra, la merenda, il laboratorio, un altro gioco oppure un momento di condivisione, baby-dance e saluto finale. Logicamente il tutto pensato e programmato per i bambini tenendo conto dell’età cronologica, nel corso del tempo poi modificato, anche in base alle esigenze dei bambini, in base alle loro capacità e ai loro tempi di attenzione e partecipazione al gioco/attività.
Nel corso di questi mesi i bambini si sono integrati ed hanno creato gruppo, i momenti difficili non sono mancati sia per i bambini ma anche per noi operatori. Con il tempo abbiamo conosciuto e capito i nostri bambini e loro hanno testato noi, la nostra pazienza, la nostra disponibilità ad accoglierli. Nella relazione instaurata tra l’adulto referente e il bambino, ognuno ha manifestato il proprio carattere, le proprie debolezze, i propri limiti, le proprie capacità e come in ogni famiglia perbene, si litiga, si impara a fare la pace, a chiedere scusa… Questo è stato il “nostro” campo estivo.
La mia esperienza? Sicuramente positiva!!Ho arricchito il mio bagaglio personale e professionale. Ringrazio le operatrici con cui ho collaborato, i genitori e soprattutto i bambini da cui c’è sempre da imparare!!!
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